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Nací el 21 en primavera II 2011


“Nací el 21 en primavera...". Voci dalla poesia spagnola contemporanea II

editados y traducidos por Paola Laskaris

Bari, Sentieri Meridiani, 2011

 

Il progetto "Nací el 21 en primavera..." - che trae ispirazione dal primo verso di una splendida poesia di Alda Merini - nasce per promuovere la diffusione della poesia spagnola in Italia prima attraverso la voce, quella degli stessi poeti, e poi con la parola scritta, che perpetua la fugacità di un istante in infiniti momenti di abbandono all'emozione.

Questo è il compito della poesia. Questo il difficile, ma grato "mestiere del poeta".

Il 22 marzo 2010 la città di Bari è stata teatro del Secondo Incontro Internazionale di Primavera con la Poesia Spagnola Contemporanea "Nací el 21 en primavera...". In questa seconda occasione la primavera ci ha offerto i suoi frutti poetici più maturi, che ritrovano ora, nelle pagine di questa collana, il giardino ideale in cui crescere, rinnovando, nel riverberare di ogni verso, l'immagine cangiante e complessa della vivacissima realtà poetica spagnola contemporanea. Alle voci di Carlos Marzal e Raúl Díaz Rosales, intervenuti anche nella prima edizione dell'Incontro svoltasi a marzo del 2008, si sono aggiunte quelle, di altrettanto riconosciuta qualità, di José María Micó, Francisco Ruiz Noguera e José Manuel Lucía Megías.

Paola Laskaris: Ricercatore confermato di Letteratura spagnola presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro. È ideatrice e organizzatrice del progetto "Nací el 21 en primavera..." Incontro Internazionale di Primavera con la Poesia Spagnola Contemporanea e curatrice per la Sentieri Meridiani Edizioni della raccolta antologica ad esso relativa"Nací el 21 en primavera..." Voci dalla poesia spagnola contemporanea. Alcune sue poesie in italiano e spagnolo sono pubblicate in riviste e blogs letterari.

 

 

Antología

Traducción al italiano de Paola Laskaris

 

SIN PALABRAS

 

Así me encontraba yo,

sin palabras,

mientras corría la sangre húmeda

por las autopistas del corazón,

dejando atrás las desviaciones de la esperanza

y las estaciones de servicio de los sueños.

 

Así me encontraba yo,

sin palabras,

mientras las horas de los últimos años

se perdían en la demolición de los recuerdos

y en el solar de la desidia y del conformismo

jugaban al fútbol versos apenas entrevistos.

 

Así me encontraba yo,

sin palabras,

instalado en el hogar de refugiados

arropado por las mantas de los amigos

con un whisky en la mano como una sonrisa...

 

...y entonces te vi bajar las escaleras de aquel bar;

desde el otro rincón del mundo,

te vi bajar cada uno de los escalones

que te llevaban al centro de mi corazón,

y el eclipse de tu sonrisa y de tu mirada

me anunció un viaje a la luna,

que debía durar más de ochenta milenios...

 

... y entonces, desde el faro de un rincón perdido,

te vi acercarte, abrirte paso por las aguas

domésticas y sangrientas de las copas semanales,

dejando atrás un rastro de plagas anónimas.

 

Así me quedé al verte aquella noche:

sin palabras.

 

[Da Acróstico, 2005]

 

SENZA PAROLE

 

Così mi ritrovavo io,

senza parole.

Mentre il sangue scorreva umido

per le autostrade del cuore,

lasciando indietro gli svincoli della speranza

e le stazioni di servizio dei sogni.

 

Così mi ritrovavo io,

senza parole,

mentre le ore degli ultimi anni

si perdevano tra i ricordi demoliti

e sul campo della dissidia e del conformismo

giocavano a calcio versi intravisti appena.

 

Così mi ritrovavo io,

senza parole,

installato nella casa dei rifugiati

avvolto dalle coperte degli amici

con un whisky in mano come un sorriso...

 

... e in quell'istante ti vidi scendere le scale di quel bar;

dall'altro angolo del mondo,

ti vidi scendere ognuno dei gradini

che ti portavano al centro del mio cuore

e l'eclissi del tuo sorriso e del tuo sguardo

mi annunciarono un viaggio sulla luna,

che sarebbe durato più di ottanta millenni...

 

... e fu allora, quando dal faro di un angolo perduto,

ti vidi avvicinarti, farti strada tra le acque

domestiche e insanguinate delle bevute settimanali,

lasciando indietro una scia di catastrofi anonime.

 

Così rimasi nel vederti quella notte:

senza parole.

 

 

CAMA

 

Mi cama en Roma es un desierto,

silenciosa como un desierto,

huidiza como un espejismo en el desierto.

En vez de sábanas, en mi cama en Roma

hay dos nubes que amenazan tormenta,

dos mantas de truenos y relámpagos;

pero en mi cama romana nunca llueve,

se diría que es una cama de sequía,

una cama que de estar en un museo

sería pieza central de porcelana.

[De Cuaderno de bitácora, 2007]

 

 

LETTO

 

Il mio letto a Roma è un deserto,

silenzioso come un deserto,

sfuggente come un miraggio nel deserto.

Invece delle lenzuola, nel mio letto a Roma

ci sono due nubi che minacciano tempesta,

due coperte di tuoni e lampi;

ma nel mio letto romano non piove mai

si direbbe che è un letto arido,

un letto che se stesse in un museo

sarebbe uno splendido oggetto di porcellana.

 

 

LLUVIA

 

Odio la lluvia de Roma.

Odio la gente que dice que ama la lluvia en Roma.

Odio la gente que dice que la lluvia le acaricia.

Odio la lluvia de otoño,

de esta estación estéril en que vivo.

Odio la lluvia que sorprende

y la lluvia que se espera.

Odio la lluvia que limpia el cuerpo

y la que se estanca en la boca y se pudre.

Odio la lluvia que lava las heridas

y la que se pierde en las grietas de los monumentos.

 

Odio la lluvia en Roma,

esta pertinaz lluvia que me cierra los ojos

mientras me sorprendo gritándole al cielo.

 

[De Cuaderno de bitácora, 2007]

 

PIOGGIA

 

Odio la pioggia di Roma.

Odio la gente che dice di amare la pioggia a Roma.

Odio la gente che dice che la pioggia la accarezza.

Odio la pioggia d'autunno,

di questa stagione sterile in cui vivo.

Odio la pioggia che sorprende

e la pioggia che si attende.

Odio la pioggia che lava il corpo

e quella che ristagna nella bocca e marcisce.

Odio la pioggia che pulisce le ferite

e quella che si perde nelle crepe dei monumenti.

 

Odio la pioggia a Roma,

questa pioggia insistente che mi chiude gli occhi

mentre mi sorprendo a urlare contro il cielo.

 

 

26 DE OCTUBRE: 11'30 HORAS

(en el parque Tiantan Gongyuan)

 

Mientras intento escribir un poema,

mientras pretendo transformar en palabras mis sensaciones,

las imágenes que me inundan arrancándome parte de mis recuerdos,

mientras escribo para no gritar,

para no ponerme a charlar con el árbol que crece a mi lado,

para no dejarme arrollar por el tren de la melancolía,

delante de mí una anciana recoge castañas del suelo.

Poco a poco va levantando las hojas grises del otoño

y la bolsa de su triunfo se va llenando de sonrisas.

 

Dejo de escribir y me quedo mirándola.

 

Después, ella se levanta, me saluda con la mano

y me muestra sonriente su bolsa roja repleta de cosechas.

 

Yo la saludo, pero no soy capaz de mantenerle la mirada:

no puedo ofrecerle más que sombras de versos.

 

[De Cuaderno de bitácora, 2007]

 

 

26 OTTOBRE: ORE 11'30

(nel Parco Tiantan Gongyuan)

 

Mentre cerco di scrivere una poesia,

mentre pretendo di trasformare in parole le mie sensazioni,

le immagini che mi inondano strappandomi parte dei ricordi,

mentre scrivo per non gridare,

per non mettermi a chiacchierare con l'albero che cresce al mio fianco,

per non farmi travolgere dal treno della malinconia,

di fronte a me un'anziana raccoglie castagne da terra.

Solleva poco a poco le foglie grigie dell'autunno

e la borsa del suo trionfo si va riempiendo di sorrisi.

 

Smetto di scrivere e rimango a guardare.

 

Poi, lei si alza, mi saluta con la mano

e mi mostra sorridente la sua borsa rossa ricolma del raccolto.

 

Io la saluto, ma non sono capace di sostenere il suo sguardo:

non posso offrirle altro che ombre di versi.

 

 

25 DE OCTUBRE: 10'00 HORAS

(El mausoleo de Mao)

 

Solo iluminada la cara; la sala oscura, oscuro el traje.

Dos filas a sus lados reverenciales y rápidas como una marcha militar.

Las flores que se venden a la entrada se quedaron a los pies de la estatua,

las mismas flores que se venderán en la entrada dentro de una hora.

La fila crece en el lateral de la Plaza de Tian'anmen;

pero todo está controlado: no hay anuncio hoy de manifestaciones.

Por el altavoz se escuchan proclamas y poemas como oraciones,

y el nerviosismo crece por momentos en el paso de los más ancianos.

 

Sólo dura un segundo...

pero es suficiente.

 

Las escaleras se suceden como las dunas del desierto

y no hay tiempo para detallar el edificio levantado por el pueblo;

setecientos mil voluntarios trabajando bajo la dictadura de diez meses.

Mármol puro; frío mármol digno de cavarse en un cementerio.

Dos filas que avanzan a golpe de órdenes y de gritos.

Y en la sala todo es silencio;

sólo está permitido el crujir de los zapatos y de los suspiros.

La cara iluminada, como un sol, en medio de la sala oscura.

 

Sólo un segundo para ver el perfil luminoso de Mao...

pero es suficiente.

 

[De Cuaderno de bitácora, 2007]

 

25 OTTOBRE:  ORE 10'00

(Il mausoleo di Mao)

 

Solo il volto illuminato; buia la sala, scuro il vestito.

Ai suoi lati due file reverenziali e rapide come una marcha militare.

I fiori venduti all'ingresso sono rimasti ai piedi della statua,

quegli stessi fiori che si venderanno all'entrata fra un'ora.

La fila cresce sul lato della piazza Tian'anmen;

ma è tutto sotto controllo: non ci sono annunci di manifestazioni per oggi.

Dall'altoparlante si ascoltano proclami e poesie come fossero preghiere,

e il nervosismo aumenta a tratti nel passo dei più anziani.

 

Dura solo un secondo...

ma è sufficiente.

 

Le scale si succedono come le dune nel deserto

e non c'è tempo per descrivere l'edificio innalzato dal popolo;

settecentomila volontari vi hanno lavorato durante i dieci mesi di dittatura.

Puro marmo; freddo marmo degno di essere scavato in un cimitero.

Due file che avanzano a colpi di ordini e grida.

E nella sala tutto è silenzio;

è permesso unicamente lo scricchiolare delle scarpe e dei sospiri.

Il volto illuminato, come un sole, in mezzo alla sala buia.

 

Solo un secondo per vedere il profilo luminoso di Mao...

ma è sufficiente.

 

 

CANCIÓN DEL APRENDIZ DE POETA

 

L

a conocí ayer

pero aún hoy no he sido capaz de quitármela

de la cabeza.

 

Me explicó las tres formas

en que poesía y realidad se comunicaban;

me confesó que desde los nueve años

se recuerda llenando de versos sus horas,

que no hay papel en blanco que vea

que no termine por sufrir sus flechas verbales;

me habló de la insufrible pereza

de volver una y otra vez al mismo poema;

me exigió la nómina de poetas

que se esconden en mis versos

y yo me descolgué con una sonrisa

y los nombres de Góngora y el Cantar de los cantares.

 

Y entre trozos de filete de ternera

y escamas de pescado, patatas y ensaladas,

parecía un oráculo dando respuestas,

descubriendo ante nuestros ojos atónitos

uno a uno los secretos del poema.

 

Pero, al final, el aprendiz de poeta calló,

bajó los ojos

y al alzarlos había desaparecido,

dejando tras de sí el rastro de una pregunta:

 

Hace meses que no escribo,

¿crees que algún día volveré a hacerlo?

 

[De Canciones y otros vasos de whisky, 2006]

 

 

CANZONE DELL'APPRENDISTA POETA

 

La conobbi ieri

ma ancora oggi non sono stato capace di levarmela

dalla testa.

 

Mi spiegò le tre forme

in cui poesia e realtà comunicano tra loro;

mi spiegò che già da quando aveva nove anni

riempiva di versi le sue ore,

che non esiste foglio bianco che veda

e che non finisca per subire i suoi strali verbali;

mi parlò della pigrizia insopportabile

di tornare e ritornare sulla stessa poesia;

volle da me l'elenco dei poeti

che si nascondono nei miei versi

e io me la cavai con un sorriso

e i nomi di Góngora  e del Cantico dei cantici.

 

E tra pezzi di filetto di manzo

e squame di pesce, patate e insalata,

sembrava un oracolo che dà risposte,

svelando ai nostri occhi attoniti

uno dopo l'altro i segreti della poesia.

 

Ma alla fine, l'apprendista poeta stette zitto,

abbassò lo sguardo

e rialzandolo vide che era sparita,

lasciando dietro di sé la scia di una domanda:

 

È da mesi che non scrivo,

credi che un giorno o l'altro ricomincerò a farlo?  

 

 

******

"Ven pronto,

mi amado.

Los racimos

de besos

están ya maduros".

 

Apoyado en el balcón,

mirando al oeste,

espera cada noche

el milagro de un encuentro,

repitiendo como una oración

ese nombre extranjero

que le llena de miel los labios

y de sonrisas los amaneceres.

 

"Ven pronto,

mi amigo.

Lejos queda el invierno.

Ven pronto,

amado mío,

que ya me quema la espera".

[De Trento, 2009]

 

 

"Vieni presto,

mio amato.

I grappoli

di baci

sono già maturi".

 

Appoggiato al balcone

con lo sguardo a ovest,

attende ogni notte

il miracolo di un incontro,

ripetendo come una litania

quel nome straniero

che gli colma di miele le labbra

e le albe di sorrisi.

 

"Vieni presto,

amico mio.

L'inverno è lontano.

Vieni presto,

mio amato,

che l'attesa ormai brucia". 

 

 ******

 

La mano sobre la nuca.

Los dedos de la mano sobre la nuca.

La nuca fría. Una nuca sin aliento.

Expectante.

Curiosa.

Lejana.

Los latidos del corazón se agitan en la nuca.

Unos latidos que se disparan

al contacto de la mano,

una expectante, curiosa, lejana mano

que te busca -

y te encuentra-

en medio de la noche.

Llueve fuera.

Una lluvia de silencios y de sirenas.

Y tu nuca se calienta bajo mi mano

mientras el corazón recupera los latidos

al ritmo sofocante de la espera.

 

[De Trento, 2009]

 

La mano sulla nuca.

Le dita della mano sulla nuca.

La nuca fredda. Una nuca senza fiato.

Trepidante.

Curiosa.

Lontana.

I battiti del cuore si agitano nella nuca.

Dei battiti che accelerano

al contatto della mano,

una mano in attesa, curiosa, mano lontana

che ti cerca-

e ti incontra-

nel mezzo della notte.

Fuori piove.

Una pioggia di silenzi e di sirene.

E la tua nuca si riscalda sotto la mia mano

mentre il cuore recupera il battito

al ritmo soffocante dell'attesa.  

 

 

(EL NUEVO LAURINO)

 

Esperaré.

Esperaré la primera oportunidad,

el primer golpe de suerte

y te llevaré a mi palacio de primavera

donde nadie podrá verte nunca jamás.

 

Todo mío.

Sólo para mí.

 

Los lamentos de tu familia

podrán convertirse en diamantes

y sus súplicas en minas de oro.

Nada volverá a separarnos.

Nada a partir de ahora.

 

Vivirás entre mis brazos

del día a la noche,

en el jardín de rosas de mis brazos.

 

Nadie sabrá de ti.

Nadie conocerá tu paradero.

Ni de noche ni de día.

 

Entre las rosas de tu pecho

sueño con pasar el resto de mi vida.

Los dos solos, perdidos en el jardín

de un tiempo sin horarios ni relojes,

rodeados de rosas

en el jardín lejano de la espera.

 

[De Trento, 2009]

 

 

IL NUOVO LAURINO

 

Aspetterò.

Aspetterò la prima occasione,

il primo colpo di fortuna

e ti porterò al mio palazzo di primavera

dove nessuno potrà vederti mai più.

 

Tutto mio.

Solo per me.

 

I lamenti della tua famiglia

potranno trasformarsi in diamanti,

in mine d'oro le loro suppliche.

Nulla tornerà a separarci.

Nulla a partire da ora.

 

Vivrai tra le mie braccia

dal giorno alla notte,

nel giardino di rose delle mie braccia.

 

Nessuno saprà di te.

Nessuno conoscerà la tua dimora.

Né di notte né di giorno.

 

Tra le rose del tuo petto

sogno di passare il resto della mia vita.

Soli noi due, perduti nel giardino

di un tempo senza orari né orologi,

circondati da rose

nel lontano giardino dell'attesa.

 

 

Y SE LLAMABAN MAHMUD Y AYAZ

(FRAGMENTOS)

 

Y se llamaban Mahmud y Ayaz,

y tenían tan solo 17 años,

y fueron ahorcados un 19 de julio.

No lo olvidemos.

Su historia debía haberse escrito

con otros titulares, con otras fotografías.

Pero no fue así.

Llegaron llorando a la plaza.

En la furgoneta de su angustia,

llorando las lágrimas que no derramarán de viejos

(como tantos otros, yo he visto las fotografías).

Y llegaron como dos cachorros asustados,

temblando entre el frío de tantas miradas,

ante el abismo del final de su vida

antes incluso de haber intentado imaginarla.

 

[...]

 

Dos jóvenes.

Perseguidos en sus miradas.

Espiados en sus susurros.

Asesinados por su deseo.

 

[...]

 

Y tú siempre me decías:

"Llegará un día en que nuestras manos

no tengan que esconderse bajo las mesas,

en que no sea necesario mentirse

y quedar encadenados por anillos de bodas

y por contratos hipócritas y por banquetes de hiel".

 

[...]

 

Fueron necesarios cuatro brazos

y una soga ajena de su cobardía.

Fueron necesarios dos hombres

que esconden sus corrompidos gestos

tras el anonimato de un pañuelo.

Fue necesario un juicio

y la rápida sentencia de muerte.

Y nuestro silencio,

no lo olvidemos.

Fue también necesario nuestro silencio.

 

[Inéditos]

 

 

E SI CHIAMAVANO MAHMUD E AYAZ

(FRAMMENTI)

 

E si chiamavano Mahmud e Ayaz,

ed avevano solo 17 anni,

e furono impiccati un 19 di luglio.

Non dimentichiamocelo.

La loro storia avrebbe dovuto scriversi

con altri titoli, altre fotografie.

Ma non è stato così.

Giunsero piangendo alla piazza.

Nel furgone della loro angoscia.

piangendo lacrime che da vecchi non piangeranno

(come tanti altri, io ho visto le fotografie).

E giunsero come due cuccioli spaventati,

tremando nel freddo di tanti sguardi.

di fronte all'abisso della fine della loro vita

prima ancora di averla anche solo immaginata.

 

[...]

 

Due giovani.

Perseguitati nei loro sguardi.

Spiati nei loro sussurri.

Assassinati per il loro desiderio.

 

[...]

 

E tu sempre mi dicevi:

"Arriverà il giorno in cui le nostre mani

non dovranno nascondersi sotto i tavoli,

in cui non sarà necessario mentirsi

e rimanere incatenati a fedi nuziali,

contratti ipocriti e banchetti di fiele.

 

[...]

 

Furono necessarie quattro braccia

e una corda estranea alla sua  vigliaccheria.

Furono necessari due uomini

che nascondono i loro gesti corrotti

sotto un anonimo fazzoletto.

Fu necessario un giudizio

e la rapida condanna a morte.

E il nostro silenzio,

non dimentichiamocelo.

Fu necessario anche il nostro silenzio.